Vuelta a España 2023, Matteo Sobrero ci ha provato: “Una giornata frenetica, sapevo che Kämna era il più forte”

Matteo Sobrero sfiora il successo nella nona tappa della Vuelta a España 2023. Al termine di una tappa che sta facendo e farà discutere a lungo per la decisione dell’organizzazione di tagliare il finale, ma soprattutto per le modalità con cui questo è stato fatto, il successo è andato a Lennard Kämna, (BORA – hansgrohe), che è così entrato nel club dei vincitori di tappa in ogni Grande Giro, ma da sottolineare anche la bella prestazione del portacolori del Team Jayco – AlUla), Secondo al traguardo, stremato dalle pendenze spesso in doppia cifra della salita spagnola, il corridore piemontese per prima cosa si è rivolto al massaggiatore chiedendo conferma sul giorno di riposo di domani, poi, ricomponendosi, ha risposto ad alcune domande ai microfoni del giornalisti che lo hanno aspettato, tra i quali il nostro inviato.

“Ho fatto del mio meglio – racconta – È stata una giornata frenetica, partita subito a tutta con i ventagli ed è venuta fuori una giornata stressante. Sulla prima salita di giornata sono riuscito a prendere la fuga, così ho centrato il primo obiettivo di oggi. Una volta dentro mi sono guardato intorno e ovviamente ho tenuto sotto controllo Kämna perché sapevo che era il più forte in salite come questa”.

Una ascesa non proprio adatta alle sue caratteristiche, nella quale ha provato comunque a dire la sua, cercando comunque di vedere il bicchiere mezzo pieno per la prestazione odierna: “Mi sentivo bene, ho cercato di fare del mio meglio, ma, quando lui ha attaccato, non sono riuscito a chiudere il buco di 50 metri. Siamo stati lì lì, alla stessa distanza, per quasi tutta la salita. È stata dura. Sono soddisfatto, ho fatto del mio meglio. La forma è buona, mancano ancora due settimane di Vuelta”. La speranza ora è che il corridore della formazione australiana possa mantenere questa sua buona condizione e centrare la seconda vittoria di tappa in un Grande Giro, dopo quella ottenuta nella cronometro di Verona dell’anno scorso al Giro d’Italia, riscattando così le delusioni di un team che ha dovuto rinunciare ai suoi due capitani nel corso della prima settimana di gara..

Il classe 1997 conclude la sua analisi soffermandosi sulle dinamiche che hanno portato al suo attacco, per provare a giocare di anticipo: “Abbiamo cominciato a studiarci all’inizio della salita, non ero ancora sicuro della mia condizione e c’erano anche altri corridori: dopo nove tappe non sai bene in che condizioni sei, ci possono essere sorprese. Abbiamo iniziato a stuzzicarci un po’ e ho capito subito che Lennard fosse il più forte, io ero lì con Amanuel Gebreigzabhier e Chris Hamilton, ma ho voluto partire a tutta sin dall’imbocco della salita perché mi sentivo bene”.

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